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Abbindolati nello Spazio di Schengen

9 novembre 2012 – CDT

Gli accordi di Schengen (libera circolazione) e Dublino, sono sempre di più sotto i riflettori della cronaca ed anche molti degli ingenui che, a suo tempo, li avevano sostenuti, oggi hanno cambiato parere. L’Accordo di Schengen ha abolito il controllo sistematico delle persone alle frontiere interne del cosiddetto Spazio Schengen. L’acquis di Schengen stabilisce una serie di misure compensative convenute tra i Paesi europei che consentono la libera circolazione delle persone (n.d.r. circolazione di onesti cittadini, ma anche di ladri, assassini, pedofili, spacciatori ecc. ecc.) attraverso le frontiere interne.
Tra queste misure compensative – e al contempo di rafforzamento della sicurezza interna degli Stati Schengen e di intensificazione dei controlli alle frontiere esterne dello spazio Schengen – vi è l’allestimento di norme comuni in materia di frontiere esterne, i visti e la cooperazione giudiziaria e di polizia. Già : intensificazione dei controlli alle frontiere esterne; fra queste vi sono gli aeroporti con traffico intercontinentale.
È notizia di info.rsi.ch di alcuni giorni fa che un viaggiatore, fermato venerdì sera 2 novembre al suo arrivo all’aeroporto di Bruxelles con quattro chilogrammi di cocaina in valigia, è stato rilasciato dal giudice poiché non si trovava un’interprete che parlasse il portoghese per poterlo interrogare (trasportava 4 kg di cocaina, non due bottiglie di cognac!). Mi è venuta in mente la famosa barzelletta che diceva più o meno così: ad un uomo, arrivato, purtroppo per lui, alla porta dell’inferno venne chiesto dal diavolo se preferisse l’inferno svizzero o quello italiano; perplesso, il defunto chiese che differenza ci fosse e il diavolo rispose: «Sa, nell’inferno italiano una volta ci sono i fiammiferi, ma manca la legna, un’altra c’è la legna, ma è verde e bagnata e non brucia; quando c’è la legna secca, non si trovano più i fiammiferi; quando c’è tutto il necessario, allora sono in sciopero gli addetti all’accensione del fuoco». A quanto pare anche in Belgio le cose non vanno meglio: c’è la polizia, ma non l’interprete.
Un’altra storiella, che, però, barzelletta non è, purtroppo. Ricorderete che il 13 luglio scorso, alla frontiera fra Spagna e Marocco, è stata una guardia di frontiera svizzera con il suo cane, in servizio nell’ambito della missione Frontex, ad intercettare un carico di 1.227 kg di hashish. Il controllo delle frontiere esterne c’è: però deve farlo una guardia svizzera!
Purtroppo di guardie di frontiera non ne abbiamo abbastanza nemmeno per il nostro territorio, altrimenti avremmo trovato il modo di diminuire la disoccupazione nel nostro Paese, andando a lavorare alle frontiere dell’UE; lavoratori distaccati al contrario, questa sì sarebbe una notizia. Noi svizzeri, però, creduloni come al solito, ci accontentiamo di confidare nella favola dei severi controlli alle frontiere esterne; se non trovano un interprete che parli portoghese (portoghese e non un dialetto di una sperduta tribù delle foreste dell’Amazzonia) figuriamoci come troveranno chi controllerà migliaia e migliaia di km di frontiere e soprattutto di coste (senza guardie e cani svizzeri).
Ma l’importante è crederci, ed intanto il corriere della droga è entrato nello Spazio di Schengen (chissà se almeno gli hanno confiscato la cocaina o se, non avendo nessuno, di venerdì sera, disposto a prenderla in consegna per il fine settimana, l’hanno lasciata al simpatico turista invitandolo a ripassare il lunedì, magari dopo avergli pagato l’albergo per un paio di giorni?).
A suo tempo solo il 54.6% dei cittadini aveva votato a favore dell’entrata nello Spazio Schengen e, per convincerci, le nostre autorità ci avevano raccontato un mucchio di frottole: per esempio i costi sono 14 volte superiori a quelli che ci avevano indicato allora. Alla prossima occasione spero proprio che non ci lasceremo nuovamente abbindolare.

Edo Pellegrini, Presidente UDF Ticino

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